Verbale riunione Gruppo coordinamento venerdì 2.10.2015 – Vicovaro, via Licinese - ristorante 'da Seghetto e la sora Ausilia'
Presenti: Mimì Alessandri, Roberto Colacchia, Fernando Di Filippo, Roberto Iannilli, Antonio Mariani, Werther Marini, Domenico Perri, Francesco Saladini, Geri Steve.
Hanno giustificato l’assenza Battimelli, Cravino, Forti, Mizzau, Monti
Dopo avere constatato la presenza di oltre due quinti dei componenti il Gruppo, si comincia alle 10.30 seguendo o.d.g. della convocazione.
1) elezione del presidente e del segretario-tesoriere.
Saladini, come presidente dell’assemblea del 5/9, comunica di aver convocato la riunione del gruppo di coordinamento, appena eletto, perché nomini al suo interno il Presidente ed il Segretario-tesoriere.
I presenti decidono all’unanimità di eleggere per il biennio che avrà termine con l’assemblea dei soci del 2017 Iannilli presidente e Colacchia segretario-tesoriere. I nominati ringraziano.
Viene osservato che la riunione avviene in concomitanza con lo svolgimento a L’Aquila del Festival della Montagna, arrivato alla seconda edizione. Tra le varie iniziative, la proiezione del documentario “Un giorno lungo 50 anni”, sulla via “Mario – Di Filippo” al Corno Piccolo realizzato da Alberto Sciamplicotti con la partecipazione di Pasquale Iannetti e la tavola rotonda "L'evoluzione dell’arrampicata sul Gran Sasso: generazioni a confronto" con Mimì Alessandri e Pierluigi Bini. La precedente edizione aveva già visto la partecipazione di Alessandri, Di Federico, Iannetti e Iannilli alla tavola rotonda, moderatore S.Ardito, sulla storia alpinistica del Gran Sasso con tre generazioni di alpinisti a confronto, ultima quella del giovane Marco Iovenitti di Tempera.
2) riesame della questione sito.
Colacchia interviene per ricordare che nell’ultima assemblea si era discusso sulla possibilità di acquistare una nuova piattaforma informatica, più semplice da gestire, e che Di Gioia aveva difeso la scelta di quella attualmente in uso, da considerare sul mercato tra le 3 o 4 maggiormente user friendly; per evitare una inutile spesa e rendere i componenti del comitato per il sito capaci intervenire sulla piattaforma attuale e gestire gli inserimenti, Di Gioia aveva inoltre dato la sua disponibilità per un incontro didattico da organizzare a breve in luogo e data da definire.
Colacchia e Steve fanno presente che appena i contenuti del sito furono trasferiti sulla nuova piattaforma, si era tenuta a casa di Geri una riunione didattica, ma i risultati erano stati modesti per la difficoltà di memorizzare i vari passaggi ed i relativi comandi, e ciò nonostante Steve avesse distribuito ai presenti dispense preparate in base a quanto appreso. Sentiti i pareri e le argomentazioni di Mariani, Geri e Colacchia, si decide di ripetere l’esperienza formativa per fare in modo che tutti i componenti del gruppo per il sito possano essere capaci di gestire le funzioni più semplici, a partire dalla pubblicazione dei documenti e lo spazio news.
Saladini invita quindi Colacchia a concordare con Di Gioia la data ed il luogo più idoneo per l’incontro per consentirgli di convocarlo, come deciso nella assemblea del 5/9. Mariani offre di ospitare i convenuti nella sua abitazione di Canale Monterano o a Roma, dove la connessione ad internet è più stabile. Colacchia dà anche la sua disponibilità per fare l’incontro nella sua residenza in Umbria.
3) proposta di Pasquale Iannetti di intitolare a Pino Sabbatini la 'via di mezzo' sul versante Nord del Corno piccolo.
Per ricordare la scomparsa di Pino Sabbatini sul versante Nord del Corno Piccolo avvenuta il 14 dicembre 2014, Iannetti, nella assemblea del 5/9/2015, aveva proposto di dare il suo nome al Canale di mezzo. Si apre il confronto e Iannilli esprime la sua contrarietà, trattandosi di un canale con denominazione geografica originaria. La sua idea è invece quella di intitolare a Sabbatini la via da lui appena aperta sulla cresta sudest dell’anticima della Vetta Orientale, preferenza che ha manifestato a Iannetti, ma che dubita possa essere presa in considerazione quando a dicembre Iannetti e gli altri promotori prenderanno la decisione definitiva. Alessandri a sua volta si dice contrario in quanto il Canale di mezzo è nome già geograficamente acquisito, Saladini osserva che l’associazione non ha autorità per decidere di cambiare nome ad una via storica.
4) attribuzione incarichi ai singoli componenti per le attività approvate o proposte nell'assemblea o ai suoi margini.
Viene unanimemente condiviso l’affidamento dell’incarico per:
- i rapporti con il comitato sito: a Colacchia, che risponde dell'aggiornamento e della funzionalità del sito internet;
- i rapporti con il comitato per la Targa alpinisti del Gran Sasso: a Iannilli;
- l’acquisizione di contributi di storie e profili e foto per il sito: a Saladini.
Relativamente al premio, Iannilli espone alcune sue riflessioni su realizzazioni alpinistiche da considerare pietre miliari, ma che non rientrano nell’arco temporale da considerare, e su protagonisti di spicco come Bertrand Lemaire, Roberto Rosica e, tra i giovani, l’emergente Marco Iovenitti di Tempera.
Saladini, ribadendo la autonomia gestionale riconosciuta dall’Associazione al comitato per la Targa, suggerisce a Iannilli di convocare una riunione a Roma dei soli suoi componenti perché decida le modalità di funzionamento – a partire dalla elezione al suo interno di un segretario, si esprima sui criteri generali di scelta dei soggetti da premiare, raccolga informazioni, valuti e solleciti candidature da prendere in considerazione per l’assegnazione della Targa, promuovendo iniziative le cui spese, finanziamento e responsabilità competono al comitato soltanto.
Iannilli espone la sua idea che un premio sostanzioso sia assegnato al vincitore, ma che anche un secondo e terzo classificato possano essere premiati. Per creare interesse intorno all’iniziativa e darle visibilità è necessario infatti che i partecipanti individuati si impegnino a fornire per le loro realizzazioni elementi documentali, peraltro non determinanti ai fini dell’attribuzione del premio, da utilizzare nel corso della manifestazione. Pensa a filmati di lunghezza predefinita, a foto incardinate in multivisioni e a sponsor, come ad es. RRTrek, che mettano a disposizione spazi e attrezzature per le proiezioni, oltre ai mezzi finanziari/beni per pubblicizzare l’iniziativa.
Saladini, anche alla luce di queste considerazioni, suggerisce che l’assegnazione avvenga a Roma, con possibilità di ripetere l’evento in altri luoghi.
Colacchia, oltre alle varie sezioni del CAI, menziona Terni, sede della fondazione Stefano Zavka, molto attiva nel caso di manifestazioni del genere.
Saladini, per l’incarico ricevuto si propone di sollecitare soci e amici perché inviino storie, profili e foto per alimentare le sezioni 'storia' e 'protagonisti' del sito internet, si propone altresì di fare interviste a terzi oltre che a soci, da organizzare con soggetti di particolare rilievo.
Iannilli e Perri si dicono pronti a fornire i loro racconti.
Mariani fa presente che non tutto il materiale che è possibile raccogliere ha le caratteristiche ed il valore per essere inserito nelle sezioni dedicate nel sito ai profili dei protagonisti e della storia. Propone pertanto che si possa aprire nel sito un apposito spazio per pubblicare testimonianze, brevi racconti, notizie, riflessioni, foto e simili, provenienti dai soci, su gite o iniziative o problemi relativi al Gran Sasso.
La proposta viene condivisa, si decide quindi di aprire nel sito internet uno spazio dove raccogliere tali documenti/foto, dandogli come titolo "momenti d'alpinismo" o “momenti di Gran Sasso”.
Saladini illustra e propone altre iniziative che il Gruppo di coordinamento potrebbe sviluppare per il raggiungimento delle finalità dell’Associazione, tra queste l’istituzione di un premio letterario e di uno cinematografico.
Dopo ampia discussione, viene condivisa in modo unanime l’iniziativa di istituire, con cadenza biennale, un premio letterario ‘Alpinisti del Gran Sasso’, mentre si accantona l’idea di un premio cinematografico per l’impegno che esso richiederebbe agli organizzatori ed ai partecipanti. Iannilli, al riguardo, commenta che ha potuto assistere a Terni alla rassegna di cinema di montagna e di esplorazione Vette in Vista, giunta alla sua 7^ edizione, molto bene organizzata dalla associazione Zavka, ma che ha potuto anche constatare che i partecipanti sono 5 o 6 al massimo.
Si conviene che il premio letterario sia attribuito ai primi 5 classificati, autori di un testo inedito di prosa e/o poesia, da rappresentare in formato e numero di pagine predefinito, su un fatto alpinistico reale o immaginario, oppure su figure di alpinisti con prevalente riferimento al gruppo del Gran Sasso o altro gruppo appenninico; sempre con lo stesso riferimento geografico, possono essere selezionate composizioni di riflessioni filosofiche, scientifiche o di natura esistenziale sull’alpinismo.
In considerazione del fatto che l’Associazione acquisirà il diritto d’autore delle opere presentate e che le pubblicherà a sua cura e spese, si apre la discussione sulle case editrici che potrebbero essere interessate a curarne la pubblicazione. Vengono fatti vari nomi di editori e di rapporti preferenziali già instaurati.
Per la divulgazione delle opere migliori, si porta anche l’esempio dell’esperienza della maratona di lettura fatta con successo dall’associazione Stefano Zavka, che consiste nel proporre stralci dei testi premiati.
A Saladini è affidato il compito di stendere il regolamento, mentre resta da definire a chi del gruppo di coordinamento sarà affidato l’incarico.
Iannilli si farà carico di individuare i componenti della giuria e gli sponsor che consentano di sostenere le spese organizzative. Prima di ogni altro candidato, si dovrà inoltre contattare Erri De Luca, invitandolo ad assumere la presidenza della giuria.
In subordine, come possibili presidenti, vengono fatti dai presenti i nomi di Stefano Ardito, Michele Serra, Franco Perlotto, Mauro Corona, Fabio Fazio ed altri.
Si discute anche la proposta di Saladini di organizzare serate di presentazione e coro: l’obiettivo principale è quello di far conoscere l’associazione e le sue iniziative alle sezioni CAI del centro Italia. Il coro, come stimolo per rilanciare la consuetudine di cantare insieme in montagna e in città, è uno dei tanti modi per farlo.
Mariani, come esperto e direttore di coro, è visto come la persona più idonea per assumere questo compito. Dopo aver presentato l'associazione e l'iniziativa, si potrebbero proporre alle sezioni CAI, a partire da quelle più interessate e vicine, incontri con i loro soci per l’apprendimento dei rudimenti del cantare insieme. Prendendo corpo l’iniziativa, si dovrebbero prevedere momenti corali in tutti gli incontri dell'associazione.
Mariani manifesta le sue perplessità in ordine alla logistica ed ai risultati, in quanto l’impegno sarebbe vanificato se le sedute di formazione rimanessero momenti episodici e/o discontinui. La possibilità di condurre la selezione delle voci da integrare nel coro si può ottenere infatti solo con la costante applicazione, l’esercizio e la verifica sistematica dei risultati.
Si decide di tornare ad approfondire le modalità di svolgimento dell’iniziativa, che Saladini, a titolo di prova, vorrebbe sperimentare la prima volta ad Ascoli Piceno.
Geri esprime il suo convincimento che ci si debba concentrare su quello che già esiste, accantonando idee, pur stimolanti, ma difficili da attuare senza le forze necessarie.
Fare il punto sull'alpinismo romano al Gran Sasso dopo la Sucai, è un’ulteriore attività che raccoglie l’interesse dei soci. Saladini spiega che si tratta di raccogliere testimonianze e documentazione dai vari gruppi o alpinisti che hanno vissuto quell’esperienza, ancora attivi dopo lo scioglimento della Sucai. A Monti, assente giustificato, verrà chiesto di farsi carico dell’iniziativa organizzando incontri e interviste per arrivare a stendere insieme il documento sul tema, con relative foto e filmati.
Iannilli osserva che oggi le scuole non sono più legate alla pratica dell’alpinismo come una volta, quando chi voleva essere iniziato alla montagna poteva frequentare corsi e lezioni pratiche, accompagnato da esperti istruttori dedicati e coinvolti personalmente a sviluppare le doti arrampicatorie dell’allievo. Immagina che da Piero Ledda, che ha vissuto la realtà della Scuola Paolo Consiglio, possa arrivare un contributo importante, così come da Luca Grazzini, Pierluigi Bini e Stefano Ardito.
Si passa all’argomento gite sociali. Perri si propone come organizzatore di uscite sia sul Gran Sasso sia su altre montagne dell’Appennino. Nasce un dibattito sulle responsabilità e sulle eventuali coperture assicurative. Saladini cita la sentenza con cui nel 2012 la Cassazione ha condannato una sezione del CAI al risarcimento di un infortunio subito da un partecipante ad un’escursione in montagna, affermando il principio che l’alpinismo è esercizio di attività pericolosa, con danni da risarcire all’allievo se non si può provare che tutte le misure idonee ad evitare il danno sono state adottate.
Si decide di procedere comunque con l’iniziativa, purchè ognuno partecipi per proprio conto e non si crei mai la figura del “capogita”. Iannilli ipotizza di far firmare una dichiarazione di scarico di responsabilità, Geri è di diverso avviso e ribadisce che l’obiettivo deve essere solo quello di creare l’occasione per far incontrare liberamente i soci di zone diverse.
Incontri sociali: per il suo carattere di relativa novità, Saladini propone di organizzarne uno a maggio a Roccamorice presso la struttura ricettiva di Di Federico, mentre esprime dubbi sulla ripetizione del tradizionale incontro annuale con Gigi Mario a Scaramuccia, per la scarsa partecipazione che si è avuta nell’ultimo; Perri ricorda che, in vista delle decisioni che prenderà il Comune di Pietracamela riguardo alla costruzione di un monumento commemorativo dello storico gruppo “Aquilotti del Gran Sasso” si potrebbe ipotizzare un incontro a Pietracamela con i componenti che ancora lo rappresentano: Lino D’Angelo e Claudio Intini.
Iannilli è contrario al coinvolgimento dell’associazione nella promozione dell’opera e lascia che sia il Comune a decidere. Trattandosi di una proposta fatta in assemblea da Pasquale Iannetti, ci sarà l’occasione per riparlarne.
Una o più cene sociali a Roma, in occasione di eventi specifici, rientrano nella previsione.
Riguardo alla raccomandazione fatta da Pasquale Iannetti durante l’assemblea del 5/9, perché l’associazione sostenga il progetto di legge regionale sul soccorso in montagna che introdurrà anche in Abruzzo il soccorso alpino a pagamento, dissuadendo gli abusi e limitando gli interventi di salvataggio ai soli casi di reale necessità, si decide di affidare ad Alessandri il compito di acquisire la bozza del testo, di studiarlo con Iannetti, Saladini e altri da individuare, in modo di formulare osservazioni ed eventuali integrazioni e/o modifiche.
Sul tema sicurezza e vie ferrate, Iannilli ricorda il messaggio ricevuto sulla pagina facebook con cui una signora ha chiesto all’associazione di interessarsi per il posizionamento di una corda fissa sul tratto esposto e pericoloso della normale al Pizzo Cefalone, dove recentemente si è verificato un incidente mortale. Ferma la competenza in materia dell’Ente Parco Gran Sasso, Geri osserva che occorre rispondere esprimendo contrarietà alle ferrate come principio di ordine generale.
Alessandri conferma che troppe sono le ferrate maltenute, e che, anche nel caso di quelle meglio curate, gli infissi artificiali possono dare un senso di sicurezza fittizia che favorisce la disattenzione. E’ il caso, ad es., di quella del bivacco Bafile dove c’è una interruzione di un metro che può rappresentare un problema anche per i frequentatori abituali. Iannilli confessa che proprio a lui è capitato di cadere in quel punto. Alessandri fa anche presente che la realizzazione delle ferrate affidate al Parco si basano a volte su progetti sbagliati, dove i cavi, posati nella bella stagione, sono fissati in tensione e le basse temperature invernali finiscono per staccare gli ancoraggi.
Perri cita anche l’esempio della ferrata Brizio, ufficialmente dismessa da anni, che viene percorsa a rischio e pericolo dei pochi che la utilizzano.
Viene deciso di prendere posizione esprimendo critiche in apposita comunicazione da pubblicare su facebook???
Alessandri prende l’incarico di organizzare questo inverno due giorni di sci a Campo Felice o in altra località dell’altopiano delle Rocche in giorni feriali. Tra gli alberghi da sentire per verificare disponibilità e prezzi, viene indicata la pensione Monte Velino di Ovindoli. I soci riceveranno una comunicazione con i prezzi ed il periodo prescelto, fermo restando che la conferma definitiva della prenotazione sarà fatta due giorni prima, via e-mail o telefono, in funzione delle condizioni di innevamento e meteo.
5) Logistica per le prossime riunioni del gruppo di coordinamento.
Viene deciso di alternare gli incontri una volta a Roma (o dintorni) ed una a L’Aquila.
6) varie.
Per ricordare la scomparsa di Marino Dall'Oglio, Saladini esprime l’idea, condivisa con Franco Cravino, di organizzare a Roma, in collaborazione con Sezione CAI e nella sua sede, una serata in suo ricordo a cui invitare i congiunti, dandovi il massimo rilievo.
Ricordare altri protagonisti, oggi scomparsi, di quella fase storica riconducibile all’alpinismo esplorativo e all’esperienza Sucai, rientra tra le attività da svolgere con priorità. Colacchia si impegna a chiedere a Cravino un ricordo di Giancarlo Castelli e di Raoul Beghè.
Saladini suggerisce implementare l'indirizzario telematico con i recapiti degli amici che possono essere interessati alle attività dell'associazione, a prescindere dal loro essere soci, a partire da quelli più giovani che frequentano la pagina facebook dell’associazione. Ognuno è chiamato a fornire nomi ed indirizzi a Colacchia segretario.
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